Questa sezione si inserisce all’interno di un programma di valorizzazione dei beni restaurati dall’IVBC al fine di garantirne una pubblica fruizione.
La documentazione fotografica, grafica, tecnico scientifica, video, approfondimenti delle lavorazioni e del “back stage” verranno qui condivisi al fine di rendere accessibile la consultazione dei documenti relativi alle varie fasi di restauro e di assicurare il pieno godimento del patrimonio culturale che ci circonda.
Nel 2014 l’Istituto Veneto per i Beni Culturali ha avviato un cantiere sperimentale sulla lunetta XXV “Benedizione di San Francesco ai i suoi confratelli” nel sottoportico della Chiesa di San Francesco Grande di Padova.
Nel 2015, con la sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova, e Treviso, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e al supporto della Regione Veneto con i finanziamenti per la formazione di Tecnici del restauro di beni culturali, l’Istituto ha svolto il cantiere didattico per il restauro, completato nel 2016 con le ultime lunette e la manutenzione conservativa delle finiture architettoniche della galleria del sottoportico.
LE LUNETTE DEL SOTTOPORTICO DELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO A PADOVA
Nel XV e XVI secolo il convento di San Francesco fu uno dei centri culturali più celebrati di Padova.
Inizialmente nel portico non c’era traccia di decorazioni pittoriche, le raffigurazioni attuali sono attribuite a Francesco Squarcione (Padova, 1397–1468) e alla sua bottega, probabilmente furono dipinte tra il 1452 e il 1468 circa.
Si tratta di 26 lunette esterne, raffiguranti episodi della vita e i miracoli di San Francesco, in chiaroscuro e terra verde, sotto ciascuna lunetta le iscrizioni spiegavano il significato della scena, oggi rimangono poche tracce.
In questi dipinti le figure e l’ambiente si uniscono armonicamente, l’architettura ed il paesaggio si fondono con naturalezza e semplicità, siamo dinanzi ad una svolta rinascimentale del pittore e della sua bottega, grazie all’uso della prospettiva e al legame disinvolto tra le figure e lo spazio.
Il racconto va inserito all’interno di un contesto letterario medievale fecondo, con riferimento ai versi di Jacopone da Todi e di Dante, il portico si trasforma così in un grande libro aperto specchio della religione e della cultura del tempo.
CARATTERISTICHE TECNICHE DELLE LUNETTE
Ogni lunetta misura 2.20m di altezza per 3.35m di larghezza circa.
Le incorniciature dipinte a terra rossa furono realizzate con la tecnica a “buon fresco” mentre le raffigurazioni sono a “mezzo fresco”.
Sull’intonaco l’artista tracciò le figure con un chiodo e con l’ausilio di un cartone dipinse sfondi e figure con tempera a terretta verde, come prescriveva Leon Battista Alberti ed il Vasari per le decorazioni da fare nei portici e cortili.
I contorni vennero sottolineati da segni in nero e le lumeggiature furono realizzate con biacca e terra gialla. L’elemento poetico di queste raffigurazioni infatti è la luce, evidente nelle pennellate bianche.
Il restauro è stato possibile grazie a: