Iniziativa a cura di
Renzo Ravagnan – Istituto Veneto per i Beni Culturali
Sabina Antonini de Maigret – Monumenta Orientalia
Presso Museo di Arte Orientale di Venezia
Dalla Preistoria a oggi il lembo estremo della Penisola Arabica ha conservato caratteristiche uniche nella produzione della propria cultura materiale, le cui forme sono tanto autoctone quanto frutto di scambi e sinergie con l’Africa, l’Asia ed il Mediterraneo. Gli storici della classicità greca e romana erano soliti parlare di Yemen usando l’appellativo Arabia Felix, in quanto terra di prosperità e ricchezza non solo materiale, ma anche geografica e territoriale. Lo Yemen è stato, infatti, al centro di un importante asse del commercio carovaniero e marittimo: qui si incontravano i commercianti provenienti da India e Corno d’Africa con quelli che sarebbero poi risaliti verso il nord della Penisola per arricchire le corti dei vari imperi mediterranei con prodotti quali incenso, mirra, spezie, perle e pietre preziose.
Il patrimonio culturale yemenita si è venuto a formare nel corso dei millenni, soprattutto all’interno dei centri storici del Paese, che hanno fatto da tessuto connettore per lo sviluppo di una eccezionale tradizione artistico-architettonica, la quale andava a fondere armoniosamente ambiente naturale ed esigenze edilizie. Questo legame dell’uomo con il territorio d’insediamento si è riscontrato con lo studio delle vestigia dell’epoca degli antichi Regni sudarabici — il più noto dei quali è il Regno di Saba —, i quali facevano già uso di quella tipologia abitativa che, nell’immaginario comune, rimanda subito allo Yemen: la cosiddetta “casa a torre”.
Con l’avvento dell’Islam poi, l’architettura yemenita si è arricchita di nuove forme e paradigmi stilistici, e molti templi della tradizione pagana si trasformarono in moschee. Gli studi archeologici condotti nello Yemen, infatti, hanno dimostrato una lenta e duratura osmosi tra la civiltà preislamica e quella islamica, la quale ha permesso una sedimentazione diffusa dei retaggi arcaici nel nuovo alveo culturale.
L’iniziativa promossa presso il Museo d’Arte Orientale a Venezia, dunque, andrà proprio a riprendere questo connubio, in quanto intende far conoscere un patrimonio culturale quasi sconosciuto in Occidente, le cui origini si perdono spesso nei contorni ovattati del mito, come quello della Regina di Saba o dell’Arabia Felix. Dietro i miti vi sono però delle realtà storiche precise che gli scavi archeologici e le sopravvivenze della cultura materiale e architettonica del Paese hanno messo in luce. La presente rassegna è anche il punto d’incontro di due esperienze squisitamente italiane, quella della Missione Archeologica Italiana nella Repubblica dello Yemen (MAIRY), iniziata nel 1980 e quella dell’Istituto Veneto per i Beni Culturali iniziata nel 2005. Entrambe hanno come scopo la tutela e la valorizzazione del patrimonio yemenita ed entrambe si sono compiute in totale sinergia con le controparti locali, divenendo così momenti di arricchimento tanto scientifico quanto umano. La Missione Archeologica ha lavorato a lungo per la salvaguardia di numerosi siti archeologici ed ha contribuito notevolmente allo studio della civiltà sudarabica. La presenza dello Yemen a Venezia si attesterà dunque attraverso una serie di seminari ed incontri con vari esperti, con lo scopo di avvicinare il pubblico alle peculiarità della storia e della cultura del Paese.
Nella giornata conclusiva di venerdì 16 dicembre verrà organizzato un convegno internazionale di studi con istituzioni ed esperti del settore, durante il quale verrà inoltre, presentato il progetto editoriale dell’Istituto Veneto per la pubblicazione, in italiano, dei volumi del viaggiatore tedesco Castern Niebuhr (1733-1815).
La rassegna è patrocinata dall’UNESCO ed è inoltre stata inserita all’interno della campagna #Unite4Heritage
Il calendario degli incontri è scaricabile cliccando qui